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La redazione di Mr E's Archive giura solennemente che ora e sempre la farà fuori dal vaso!

martedì, ottobre 13, 2009

Arrivano i Cesa...ehm…i Pietroni!

Buonasera a tutti,
la procura di Roma ha aperto un indagine bipartisan sul deputato dell’Idv Antonio Di Pietro e su Maurizio Belpietro, direttore del giornale “Libero”, con l’accusa di aver criticato aspramente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “fino al vilipendio”.
Passiamo ora ai fatti: Di Pietro accusò il capo dello Stato di aver compiuto un atto vile e di abdicazione firmando la legge sullo scudo fiscale; Belpietro, invece, in un articolo di fondo del 20 settembre scorso sostenne che il rientro delle salme dei sei parà uccisi a Kabul fu ritardato per consentire a Napolitano di proseguire la sua visita in Giappone, “Invece di prendere l'aereo e tornare a Roma, Napolitano è andato a mangiare i fusillotti a lenta lavorazione”.
La procura di Roma ha già pensato a censurare le affermazioni ritenendole offensive ed aprendo un fascicolo con l’ipotesi di reato di “offese all’onore del capo dello Stato”(art. 278 Codice Penale).

“Il ministro Guardasigilli Alfano autorizzi - ha detto Di Pietro - il procedimento penale nei miei confronti perché intendo sapere quali sono i limiti, come parlamentare e come cittadino, della mia libertà di critica nei confronti del presidente della Repubblica. Questa iniziativa della procura della Repubblica permetterà finalmente di chiarire fino a che punto un cittadino italiano e rappresentante del popolo possa criticare un provvedimento quando questo è oggettivamente criticabile come è accaduto per lo scudo fiscale”.

Belpietro, invece, è sempre pungente: “L'unico vero dispiacere è essere accomunati a Di Pietro. Questa vicenda riguarda l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, come ha ribadito la Corte Costituzionale. Evidentemente non è così, visto che anche solo una critica non offensiva né ingiuriosa nei confronti del Capo dello Stato ha comportato l'apertura di un fascicolo giudiziario. Qualcuno, dunque, è più uguale degli altri davanti alla legge”.
In sua difesa si è già schierata la Federazione nazionale della Stampa secondo cui “non è condivisibile che la magistratura metta sotto indagine i giornalisti per il loro modo di raccontare la realtà, per quanto sgradevole possa risultare il loro punto di vista”.

Perché, allora, sugli insulti riversati su Rosy Bondi non è stato aperto un nano-fascicolo?

Grazie dell’attenzione…

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